Nella quotidianità odierna i pori della pelle sono imperniati di algoritmi tecnologici, mutando l’uomo in un manichino esemplare che come tale è chiamato a svolgere il suo compito beffardo d’inespressività con sorrisi stampati, gesti comandati e vestiti obbligati. Pronto a riempire di vuoto la vetrina di quella giornata fatta di passanti che si fermano un attimo nella nostra vita e poi, senza lasciare traccia, inesorabilmente, “passano”.
Da questo ritmo spasmodico di vita illusoria vera ci siamo messi alla RICERCA.
In questa ricerca non ci dedichiamo alla nostra professione in un atteggiamento simile a quello dell’intagliatore medievale che cercava di trovare nel suo pezzo di legno una forma pre-esistente. Noi non lavoriamo come gli artisti o gli scienziati, ma soprattutto come il calzolaio che cerca nella scarpa, il punto giusto dove poter conficcare il chiodo.
Dunque cosa è indispensabile al teatro?
- Il teatro può esistere senza costumi e scenografie? Sì.
- Può esistere senza musica? Sì.
- Può esistere senza effetti di luce? Sì.
- Può esistere senza testo? Sì.
- Può il teatro esistere senza attori? No.
- E senza spettatori? Ce ne vuole almeno uno.
- Tutto ciò che rimane sono l’attore e lo spettatore? Sì.
TEATRO è ciò che avviene tra lo SPETTATORE e l’ATTORE
Tutto il resto è supplementare. (Il Nuovo testamento del teatro, Eugenio Barba).
Noi, come piccoli artigiani instancabili abbiamo perciò sposato l’ideale del TEATRO POVERO, che vede il suo creatore in Jerzy Grotowski.
Il teatro povero non è un teatro semplificato e rinunciatario, bensì un teatro realizzato da persone in cammino verso l’esistenza. È povero perché non è fatto con i mezzi di cui dispone il teatro normale, dove si spende per scene, luci, costumi, musiche ecc.., e invece è ricco perché il tempo dedicato alla ricerca e alla prova è illimitato.
La tecnica scenica e personale dell’attore è il nucleo dell’arte teatrale.
(Per un teatro povero, J. Grotowski)
“Posso scegliere uno spazio vuoto qualsiasi e decidere che è un palcoscenico spoglio. Un uomo lo attraversa e un altro osserva: è sufficiente a dare inizio a un’azione teatrale” (Peter Brook)